IL TFM : la “liquidazione” del socio/amministratore

13 Marzo 2023

 

“Io sono socio e amministratore. Non mi basta mai il tempo… a volte penso che i miei dipendenti stiamo meglio di me, almeno hanno la tredicesima, le ferie e la “liquidazione”!”

E’ quasi sempre così. Il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire. Spesso il compenso non remunera del tutto il grande impegno profuso.

Le aziende sono come i figli, so’ piezze ‘e core!

Ma a volte conviene fermarsi un attimo, pensare anche a se stessi e scoprire i vantaggi di alcuni strumenti.

In pochi sanno che con una “fava puoi prendere due piccioni” :

con il Tfm puoi risparmiare tasse in capo all’azienda e creare un patrimonio per l’imprenditore/amministratore.

 

E’ il TRATTAMENTO DI FINE MANDATO, poco usato e poco conosciuto. Uno strumento che, nella finalità, si può assimilare al tfr dei dipendenti.

Eh già, perché i dipendenti hanno delle tutele e degli obblighi di legge che regolano il loro futuro post lavorativo. Ma l’imprenditore no.

Ok ok, lo so, c’è il valore di cessione dell’azienda, i dividendi, ecc… ma perché non sfruttare uno strumento come questo che è semplice e permette di accrescere il patrimonio senza privare l’azienda della liquidità?

Cerchiamo di andare più a fondo rispondendo ad alcune domande.

Chi può farlo?

Società di persone (snc, sas), società di capitale (spa, srl) e anche associazioni professionali se previsto dallo statuto.

A favore di chi si può fare?

 A favore di Amministratori e Consiglieri di società, ai Procuratori e a tutti i collaboratori legati all’azienda da un contratto di collaborazione. Il TFM può essere istituito anche a favore dei soci di associazioni professionali che ricoprono incarichi amministrativi se previsti dallo statuto dell’associazione stessa.

Quali sono i vantaggi per l’azienda?

Totale, piena e immediata deducibilità fiscale dal reddito d’impresa al pari del tfr dei dipendenti.

Quali sono i vantaggi per l’amministratore?

1)     La creazione nel tempo di un patrimonio che può apprezzarsi grazie ai mercati finanziari

2)     L’applicazione, all’ammontare percepito al momento della fine del mandato, della tassazione separata. Mi spiego meglio:

“L’imposta è determinata applicando, all’ammontare percepito, l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all’anno in cui è sorto il diritto alla percezione dell’indennità di fine mandato.” Il meccanismo può assicurare un notevole risparmio di tasse rispetto a percepire la stessa somma come provento o reddito ordinario.

Come si fa?

L’agenzia delle entrate ha chiarito che:

 il trattamento di fine mandato (TFM) degli amministratori è deducibile dal reddito d’impresa per competenza a condizione che il diritto a tale indennità risulti da atto di data certa anteriore all’inizio del rapporto.

Inoltre lo statuto della società deve espressamente prevedere la possibilità di istituire TFM per gli amministratori.

E se lo statuto non lo prevede come si fa?

Più facile di quanto si possa pensare!

Se lo statuto non lo prevede e/o se l’interessato è già amministratore, si procede formalmente alle dimissionisi modifica lo statuto, si rinomina l’amministratore e si contrattualizza il TFM ( sempre con data certa).

Quanto si può versare nel fondo TFM?

Ogni anno si può versare una quota che, in linea di massima, non deve superare il 30% del compenso annuo dell’amministratore. Si deve rispettare il principio di congruità tenendo conto delle condizioni finanziarie dell’azienda nonché dell’effettivo lavoro svolto dall’amministratore. Insomma, bisogna fare le cose giuste.

Che strumento finanziario si può usare?

Qui la cosa si fa più interessante ed è necessario valutare caso per caso.

Ti basti sapere che lo strumento della polizza assicurativa può essere utile per l’esenzione dalle imposte di successione del patrimonio costituito nel tfm nonchè una separazione rispetto ai rischi aziendali.

Tutto chiaro?

Immagino che avrai tante domande.

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Cristina Capitoni
Consulente Finanziario
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