“Ho lavorato e risparmiato una vita, pagato un sacco di tasse e alla fine anche quello che lascio ai miei figli deve essere tassato? Questo è un paese che tartassa i cittadini, da vivi e da morti!
Più o meno sono di questo tenore le considerazioni, più o meno manifeste, delle persone con cui mi trovo ad affrontare il tema della pianificazione finanziaria. E sono quelle che passano per la testa di tutti.
Una tassazione sui redditi tra le più alte del mondo e poi anche l’imposta di successione?
Il tema è caldo: alcuni giorni fa è stata messa sul piatto del Governo una proposta del Segretario del PD, Enrico Letta, di aumentare le imposte di successione per finanziarie un fondo di eredità universale da destinare a tutti i ragazzi al compimento del 18^ anno di età.
La proposta piace a molti e dispiace ad altri e, come quasi tutto, divide l’opinione pubblica.
Trova la sua ragione in un dato allarmante: in otto anni +42% i ragazzi neolaureati che lasciano il paese a causa delle limitate prospettive di lavoro. Quanto questo dato possa essere invertito con una dote di denaro da mettere in tasca ai giovani è purtroppo e del tutto da valutare.
Ma le imposte di successione saranno comunque al centro del dibattito. Vediamo perché.
L’OCSE nei suoi periodici rapporti sullo stato dell’economia e dei conti pubblici nei vari paesi, ormai da molti anni evidenzia il fatto che l’Italia, per quanto riguarda l’imposta di successione, è un vero e proprio PARADISO FISCALE.
Anche i richiami da parte dell’Unione Europa non sono mancati: in Italia il gettito derivante dall’imposta di successione è irrisorio ( meno di 1 miliardo di euro) a fronte dei 7 miliardi della Germania e dei 14 miliardi della Francia.
L’Italia non è l’unico paese in Europa a tassare poco o niente il trasferimento intergenerazionale della ricchezza. Svezia, Norvegia, Portogallo e Malta non applicano alcuna tassa di successione.
Il quadro è molto variegato. Pensate che in Francia l’imposta di successione arriva fino al 45%.
E in Italia?
A rendere irrisorio l’incasso dello Stato è soprattutto la franchigia. Ogni erede (coniuge, figlio o parente in linea retta tipo nonno-nipote) ha diritto ad una franchigia di esenzione pari ad un milione di euro.
Un padre che lascia 3 milioni di euro a moglie e due figli lascia un capitale esente da imposte di successione. Se la somma supera il milione per erede l’imposta è del 4%.
Chi lascia 1900000,00 euro a due figli non paga niente. Se pari cifra viene ereditata da un figlio unico, questo dovrà pagare 36mila euro.
La franchigia scende a solo 100mila euro per fratelli e sorelle e l’imposta sale al 6%.
La franchigia scompare per tutti gli altri parenti, quindi tutta la somma va ad essere tassata con una aliquota pari al 6% o all’8% a seconda che si tratti di parenti o meno.
Quando l’erede è un portatore di Handicap la franchigia è elevata ad 1,5 milioni di euro indipendentemente dal grado di parentela.
Ci sono anche altre ragioni a rendere “vantaggioso” morire in Italia:
1) Le aziende passano ai figli in esenzione fiscale se questi portano avanti l’attività per almeno 5 anni successivi.
2) Gli immobili vengono computati al loro valore catastale e sono ormai anni che viene rinviata una riforma del catasto e un adeguamento dei valori catastali a quelli reali del mercato.
3) Alcuni strumenti finanziari sono considerati estranei all’asse ereditario e non vengono conteggiati come base di calcolo per l’imposta di successione.
La riforma del catasto è in dirittura di arrivo e questo farà lievitare il valore degli immobili, soprattutto di quelli nelle zone di pregio delle città. Pensate che oggi una casa in centro città a Roma può avere un valore catastale inferiore a quello di una casa in un paese di provincia di pari dimensioni.
C’è un’importante riflessione da fare: l’aspettativa di vita è destinata a crescere ancora. Gli over 65 hanno difronte quella che viene definita “seconda giovinezza”.
Viaggi, vacanze, abiti e accessori di lusso, belle auto, socialità, centri termali: questi sono i desideri della categoria over 65.
La nuova campagna pubblicitaria di LV non a caso punta sulla categoria dei “giovani pensionati”. Una fetta di mercato che viene definita Silver Economy.
Nessuno vuole pianificare la propria dipartita ma è assolutamente necessario pianificare almeno la propria permanenza destinata ad allungarsi ben oltre i 90 anni.
IL MIO CONSIGLIO: Sfruttare, fino a che ci saranno, gli strumenti leciti e utili a ridurre l’impatto delle imposte di successione e soprattutto a garantirsi un buon tenore di vita nella seconda giovinezza e nell’ultima fase della vita.
Solo un piccolo esempio:
Cosa impedisce oggi di donare la nuda proprietà della casa ai figli? Magari con la clausola di assistenza o di mantenimento del tenore di vita?
Le donazioni tra vivi sono sottoposte alle stesse aliquote delle successioni e alle stesse franchigie (per il momento!)
Un semplice atto notarile a costo irrisorio che consente, tra l’altro, di approfittare della franchigia ancora esistente.
Una scelta oculata a costo zero e il problema è risolto per sempre.
Come la canzone di Gianluca Grignani “Destinazione Paradiso”:
C’è, che c’è
C’è che prendo un treno che va
A Paradiso città
E vi saluto a tutti e salto su
Prendo il treno e non ci penso più.
…Destinazione Paradiso…
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CAPITONI CRISTINA | PERCORSO TREC
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