Domenica scorsa io e Mauro abbiamo deciso di raggiungere il centro storico di Montepulciano a piedi.
Abbiamo un bellissimo sentiero lungo la strada di scorrimento che costeggia le mura cittadine e offre un paesaggio bucolico. Non è troppo lungo il tragitto quindi avevo un paio di scarpe comode ma non le solite che uso per il trekking. Sono inciampata (imbranata come una foca) e ho fatto una mezza acrobazia per restare in piedi. C’è mancato un pelo. Stavo finendo in mezzo alla strada mentre transitava un possente Suv.
Chi ci pensa che fare una passeggiata sia un’attività rischiosa?
Perché le persone associano immediatamente soldi e rischio e invece non pensano ai rischi che corrono facendo una banale passeggiata?
Cosa pensa realmente una persona quando mi dice « io non voglio rischiare niente »?
Forse sta dicendo: « ho una paura fottuta di perdere sti soldi per i quali ho sudato tanto»?
Oppure sta dicendo « Non mi interessa che crescano perché tanto non mi servono e vanno bene così ».
O forse sta semplicemente pensando « in questo mondo della finanza non ci capisco una mazza quindi non mi fido di nessuno ».
Oppure ricorda qualche brutto episodio o una esperienza negativa e il solo pensiero gli fa salire la pressione.
Del resto “Chi si è scottato con il fuoco ha paura anche della cenere”.
Ma è utile la paura?
La paura è un istinto vitale, aiuta l’uomo a fuggire da situazioni pericolose, entra in azione in modo automatico perché siamo progettati per la savana, per scappare al primo rumore e salvarci dal leone.
Ogni esperienza, racconto o storia negativa si sedimenta nel nostro cervello come il calcare nelle tubazioni dell’acqua. Il cervello tende a “risparmiare tempo” e quindi ci fa prendere scorciatoie che ci portano a decisioni veloci: zero rischio è una di queste.
Peccato (o per fortuna) nella vita a « zero rischio » non c’è niente. Ma proprio niente di niente, neanche una passeggiata.
Addirittura nella vita è molto peggio che nella finanza perché alcuni rischi del normale alzarsi la mattina non sono gestibili.
Qualche esempio? Uno che ti arruota con il suv, distrarsi alla guida e finire addosso ad un albero, un ultraleggero che ti casca sulla testa.
Volete che continui? Un virus che esce da un mercato cinese o da un laboratorio e impesta tutto il mondo!
Eppure nessuno si sogna di non uscire di casa per paura di cadere dalle scale o di non andare a passeggio per paura di prendere una storta e finire in un burrone.
Ho una buona notizia!
Nella finanza, negli investimenti, il rischio (o meglio, i rischi, perché sono tanti e complessi) sono conosciuti e gestibili. Basta avere qualcuno che li conosca e li gestisca.
Scegliere il rischio zero equivale a tagliare il ramo sul quale si sta seduti perché “capitale garantito” equivale a “perdita garantita”.
La strada è quella di affidarsi e di non cedere all’abitudine o all’inerzia.
È giusto affidarsi e decidere di fidarsi?
Si ma con consapevolezza, cercando di migliorare anche le proprie conoscenze finanziarie. Non per diventare il “medico di se stessi” cosa molto sconsigliata. Il “fai da te” fa più danni della grandine.
Fidarsi. Ok, ma di chi?
Vai dove ti porta il cuore, mi viene di suggerire. Scegli la persona guardandola dritta negli occhi e cerca di capire se fa questo mestiere con passione.
Se fai la scelta giusta, farai tanta strada. Senza inciampare.