QUANTO COSTERA’ TENERE I SOLDI (fermi) SUL CONTO?

27 Marzo 2021

Si, hai capito bene! Quanto costera’ tenere i soldi nel conto corrente?
E’ la domanda che ti devi fare SUBITO!

Come dici? Una volta ti pagavano per tenere i soldi nel conto?
Eh lo so, ma la situazione è cambiata e non da oggi.

Ti racconto una storia che, chi ha la mia età, avrà già sentito.

Mia nonna mi raccontava che con la somma che teneva custodita e avvolta in un fazzoletto, prima della guerra poteva acquistarci molte cose per la famiglia: abiti per i figli, un armadio per la camera da letto e coperte, una stufa nuova per cucinare. A questo dovevano servire quei soldi faticosamente risparmiati.

Dopo il 1943 con quella cifra ha potuto comprarci giusto due sacchi di farina.

E la famosa canzone degli anni trenta?

“Se potessi avere mille lire al mese… senza esagerare, sarei certo di trovare tutta la felicità”.

La canzone è del 1939 ed è evidente che mille lire erano uno stipendio ambito!

Ma sul finire della seconda guerra mondiale, l’inflazione in Italia tocca il 400%. Un vero e proprio fenomeno di iperinflazione che porta quelle mille lire ad essere pochi spiccioli.

 COSA E’ L’INFLAZIONE?

E’ un fenomeno “erosivo” del risparmio. Immagina di avere al posto dei soldi una pezzo di parmigiano da cui ogni giorno, ogni mese, ogni anno ne viene grattugiato via un pochino.
All’inizio non te ne accorgi, vedi che la somma è sempre la stessa e ti sembra di poter stare tranquillo. Ma poi, piano piano, ti rendi conto che quella cifra non è equivalente a quella di qualche anno prima.

In termini “reali” con quei soldi ci compri meno cose di quelle che avresti potuto comprare anni indietro. Il tuo risparmio si impoverisce e questo non rende merito all’impegno e alla fatica che hai fatto per metterlo da parte.

L’Italia ha convissuto con l’inflazione elevata fino all’ingresso nell’euro, con livelli ben superiori al 10% negli anni tra il 1970 e il 1990 e con punte fino al 21%. Tra il 1979 e il 1984 i soldi non investiti hanno perso oltre l’80% del loro valore in termini reali.

Sul finire degli anni 70 un kg di pane costava 230 lire e nel 1985 ne occorrevano ben 850!

E OGGI?

Oggi non siamo in guerra ma una guerra la stiamo comunque combattendo. Quella contro il Covid che ha cambiato le nostre vite.
Dal lato sanitario la stiamo combattendo con i vaccini e dal lato finanziario la stiamo combattendo, prioritariamente, con potenti azioni di immissione di liquidità da parte delle Banche Centrali di tutto il mondo. Quotidianamente viene iniettata una dose di vaccino nel sistema finanziario.

E i nostri risparmi? Sono al riparo o c’è un rischio di inflazione?


Gli italiani sono grandi risparmiatori e questo ormai è un dato di fatto.
I risparmi giacenti nei conti correnti, secondo i dati rilasciati da Banca d’Italia, sono cresciuti anche nel 2020 toccando la cifra record di 1700 miliardi con una crescita dell’11% rispetto al 2019.

https://www.abi.it/DOC_Mercati/Analisi/Scenario-e-previsioni/ABI-Monthly-outlook/Sintesi%20marzo%202021.pdf

Gli italiani sono però cattivi investitori. E si può ben immaginare il perché:

le storie di “risparmio tradito” hanno riempito le cronache degli ultimi anni, investendo anche i clienti di banche radicate sui territori.

E’ per questo che i cittadini di altri paesi, pur risparmiando meno, sono più ricchi di noi! Il loro patrimonio, investito soprattutto nel settore azionario, cresce mentre il nostro viene giorno dopo giorno letteralmente mangiato dall’inflazione.

E se finora l’inflazione è stata bassa e il “parcheggio” nel conto corrente poteva essere una soluzione adesso non lo è più!

Ventimila euro del 2000 equivalgono a circa diecimila euro di oggi, in termini di “potere d’acquisto” e quindi, l’inflazione, anche se bassa fa comunque la sua strada, strisciando in silenzio.

L’inflazione è subdola, proprio come il Covid.

Negli ultimi anni abbiamo avuto un’inflazione bassa, prossima allo zero e, a dire il vero, fino a pochi anni fa la preoccupazione principale era quella opposta, ossia la Deflazione che equivale al calo dei prezzi e che rappresenta un male ancora maggiore.
La deflazione distrugge l’economia e inghiotte posti di lavoro.
Le banche centrali hanno combattuto  la deflazione con potenti munizioni: tassi a zero e iniezioni di liquidità attraverso quantitative easing come se non ci fosse mai fine!

Ricordate la ormai celebre frase di Mario Draghi, attuale Presidente del Consiglio e al tempo Presidente della Bance Centrale Europea?


“Whatever it takes!” – Tutto ciò che è necessario (lo faremo!).
Ma necessario a cosa?
Al tempo significava “tutto ciò che è necessario per salvare le banche, gli Stati indebitati fino al collo, e l’Euro che rischiava di scomparire. Gli acquisti della Bce ( e delle altre banche centrali mondiali) hanno consentito al sistema di rimettersi in piedi alla meglio fino all’arrivo della pandemia.
E adesso?
Anche in questa fase le banche centrali hanno fatto tutto quanto necessario.
Ma c’è un però.

E questo “però”si chiama “rischio inflazione”.

Questo serpente strisciante sta rialzando la testa e la probabilità che, nel momento in cui i piani vaccinali faranno precipitare i contagi e l’attività economica riprenderà a pieno ritmo, l’inflazione possa salire in maniera significativa sta nelle cose e anche nelle previsioni.


E i nostri (vostri) soldi giacenti nei conti correnti?
In caso di inflazione la ricetta sarebbe quella di alzare i tassi d’interesse e ridurre la quantità di liquidità in circolazione, cosa che non sarà possibile fare perché questo stroncherebbe sul nascere una ripresa post-covid (post-bellica) appena cominciata.
Ci sono già banche che stanno chiedendo ai clienti di chiudere i conti correnti con giacenze troppo elevate perché rappresentano un costo per le banche stesse. In altri paesi vengono applicati tassi negativi e molto probabilmente in Italia verranno applicati costi ben più alti degli attuali.
Ti sembra un controsenso? Non lo è! Per le banche quella giacenza rappresenta solo un costo.
Questo è un problema? No, questa è una vera opportunità per un paese che ha 1700 miliardi di risparmio infruttifero!
Quindi chi ha risparmi fermi in conto corrente o strumenti simili (depositi bancari, depositi postali, conto di deposito ecc..) si deve muovere subito!


Il risparmio delle famiglie deve essere investito per raggiungere e realizzare obiettivi e progetti di vita.
Oggi, credimi, ci sono tutti gli strumenti per salvaguardare i tuoi soldi dall’erosione dell’inflazione.
Serve solo avere qualcuno in grado di ascoltare la tua storia, le tue esigenze e che ti affianca nel fare una pianificazione familiare e un progetto d’investimento adatto a te e alla tua famiglia.
Ricordati: i problemi complessi non hanno mai soluzioni facili.
Evita il “Fai da Te” e se vuoi scoprire il mio metodo di lavoro visita il mio sito e chiedimi un appuntamento.

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Cristina Capitoni
Consulente Finanziario
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