C’ERA UNA VOLTA L’IMMOBILE SOLIDO

8 Febbraio 2020

Lucia è una dirigente della pubblica amministrazione. Mi chiede se ritengo sia
un buon momento per acquistare una casa per le figlie. La più grande ha 19
anni e conta di studiare medicina, la piccola ne ha 16 ed è in pieno turbamento
adolescenziale. La liquidità abbonda, soprattutto nei conti correnti dei nonni e si
cerca, talvolta, l’alternativa “solida”. Ma è davvero così solido l’immobile? “È un
ottimo momento per investire in una casa, i prezzi sono in discesa dal 2008 e i
tassi per i mutui non sono mai stati così bassi nella storia”. Così recita lo spot
pubblicitario di MutuiOnline, un noto portale che consente con pochi clic di
scegliersi il mutuo giusto.

Ma è davvero così?

In realtà la maggior parte dei miei clienti mi chiede aiuto per vendere i propri
immobili. Al mare, in campagna, in montagna, in paese e anche in città: le case
per gli italiani stanno diventando un vero peso. Acquistare una casa per i figli
non è una scelta d’investimento. Un investimento deve avere un orizzonte
temporale mentre questa è una scelta per la loro vita. Scelta che probabilmente
vorranno, un giorno, fare da soli. Se le figlie di Lucia hanno davanti ancora un
decennio di studio, chissà di quale casa avranno bisogno e dove vorranno
vivere. Gli italiani hanno la metà del loro patrimonio rappresentato da immobili.
Un patrimonio che si è svalutato in 10 anni del 27% con punte che vanno anche
oltre il 50% nelle zone periferiche o a bassa densità. Ma quello che davvero è
crollato è il numero delle compravendite e, pertanto, i prezzi oggi esposti non
sono veritieri. Se davvero si vuole concludere l’affare si è costretti ad abbassare
molto la pretesa e il prezzo. Sicuramente fanno eccezione alcuna città (Milano
soprattutto) ed alcune zone. Alcuni centri storici ad esempio hanno prezzi molto
elevati rispetto ad altri quartieri, per la grandissima richiesta legata all’offerta
turistica per brevi periodi. Anche il turismo è divenuto fenomeno di massa. La
classica seconda casa al mare o in montagna è stato per decenni l’investimento
preferito delle famiglie italiane. Un po’ la si usava è un po’la si affittava. Con
l’idea di venderla, un giorno, guadagnandoci. Anche questo è un film finito.
Molte case al mare restano sfitte e i prezzi sono crollati. Perché? Perché sono
cambiati stili di vita e stili di fare vacanza. Chi va più al mare per un mese in una
casa in affitto? E poi sempre nello stesso posto? Nel frattempo la salsedine
logora e le esigenze di manutenzione aumentano.

Nella gran parte del paese, oggi, vendere casa non è affatto facile e i tempi di
attesa sono talvolta molto lunghi. Buone notizie per chi vuole acquistare?
Sicuramente si, a condizione che si acquisti nel posto giusto e per i propri reali
bisogni.

Buone notizie per chi vuole fare un investimento immobiliare? Non proprio.

Il nostro paese soffre di un male grave: culle vuote e progressivo
invecchiamento della popolazione. Una popolazione anziana non genera nuove
famiglie ed è stanziale. Non ha bisogno di nuove abitazioni e spesso vuol
vendere quelle che possiede o che ha ricevuto in eredità. Nuove famiglie non
nascono e l’80% di quelle esistenti già vive in case di proprietà. La percentuale
più alta al mondo. Le case passano dai nonni ai nipoti.

Investire la gran parte dei propri soldi in immobili potrebbe rivelarsi una cattiva
scelta. Si rischia di trasformare i propri risparmi in un investimento “illiquido”,
cioè difficile da monetizzare. Senza considerare il peso fiscale e il costo per le
manutenzioni.

Qualcuno mi dice: “ma la casa è solida, almeno è lì e la vedo!”

 

Solida è solida, ma se non è liquida, piano piano, diventa anche gassosa.

Cristina Capitoni
Consulente Finanziario
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